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Enjoy Sahara

Una giornata diversa: Amina e i biscotti

Amina, Agnese e i biscotti.

 

Quando l’unicità individuale non supera il senso di fratellanza, comunità, collettività e altruismo.  

Una cosa che mi ha sempre colpito dello stare in Marocco e che continua a farmi riflettere ogni giorno è il fatto che la persona come ente unico conta meno della comunità nel suo insieme.

A me hanno sempre cercato di insegnare che devo fare da sola, bisogna essere in grado di bastare a sé stessi; la famosa indipendenza, che ognuno di noi è unico, che ognuno di noi è straordinario. Il che è tutto vero, ma come per ogni cosa, credo, che ci voglia un equilibrio per non rischiare di sfociare in un estremismo che ti possa far sentire addirittura schiacciato. Se sono vere queste parole sono altrettanto vere queste altre. Facciamo parte di un tutto e soprattutto di una comunità. Ognuno di noi è unico, ma è altrettanto vero che io sono una su 8 miliardi e soprattutto non sono nessuno in confronto a madre natura, ma sono importante perché ne faccio parte.

Tutto questo per dire che spesso nella società occidentale l’unico ha più valore della comunità nel suo insieme, in Marocco è all’opposto forse un po’ a discapito del singolo.

Spesso con Said diciamo che vorremmo prendere il bene del Marocco e il bene dell’Italia e fonderli insieme.

Ora passiamo ai biscotti…

Ieri mattina a casa è arrivata questa ragazza di nome Amina, che avevo conosciuto solo di sfuggita. È arrivata con tutta l’attrezzatura da pasticcera per fare i biscotti insieme. Premessa, io amo cucinare, ma sono una frana con i dolci e con la mia mentalità occidentale credevo che avremmo fatto una teglia di biscotti e via. In realtà siamo state dalla mattina alle 11 fino la sera alle 8 a fare biscotti.

Abbiamo cominciato a parlare, mischiando gesti, francese, inglese, arabo, berbero e google traduttore. A un certo punto Amina mi ha chiesto se a fine mese ero libera e se la potessi accompagnare a Meknes, perché le avrebbe fatto piacere avere compagnia anche se non pariamo la stessa lingua.

Ecco qua torniamo al discorso iniziale. Questa ragazza sicuramente è in grado di andare da sola a fare quello che deve fare, ma non deve dimostrare a nessuno di essere in grado e se le fa piacere essere accompagnata perché no? Non si sente meno brava o meno indipendente se chiede a qualcuno di accompagnarla. Qua spesso non esiste il concetto di far qualcosa da soli, in solitaria, ma ci si accompagna sempre, non è necessario parlare, ma avere la presenza di qualcuno accanto può fare la differenza.

Abbiamo fatto tanti impasti diversi per biscotti e cioccolatini, lei mi insegnava e io facevo. Mi faceva vedere come fare e poi con molta gentilezza e fiducia mi ha insegnato la sua passione. Mi sono sporcata le mani, ho impastato come non mai e la ringrazio per questa lezione di pasticceria e di vita.

Ora arriviamo al secondo punto che mi ha fatto riflettere. Abbiamo fatto così tanti biscotti e così tanti cioccolatini che credo potessero bastare per un esercito. Quindi ho chiesto: “ma per chi li facciamo tutti questi biscotti? Ci basteranno per un mese.” Mi è stato risposto che probabilmente basteranno per una settimana ad esagerare e che sono si per noi, per i turisti, ma anche per tutte le persone che abitano vicino al riad.

Eccola di nuovo lì la mia mentalità occidentale e individualista, e invece esiste un’altra strada possibile. Io mai avrei pensato di distribuire biscotti a tutto il quartiere. Mi sono immaginata a Firenze, che comincio ad andare casa per casa, partendo dalla mia via a distribuire biscotti e mi sono chiesta quale sarebbe potuta essere la reazione delle persone.

Qui in Marocco indubbiamente si perde un po’ il senso di singolo, di individuale, a volte troppo e questo può andare a discapito della propria libertà e delle proprie scelte, ma è altrettanto vero che in occidente si pende troppo vero l’altro senso, andando a perdere valori come unione, fratellanza, paura che ci venga tolto qualcosa. Invece ho capito che non c’è cosa più bella del donare. Donare una gentilezza, donare un saluto, un sorriso, donare un biscotto, sono piccoli gesti quotidiani che fanno stare bene chi li fa e chi li riceve.

Per festeggiare questa giornata abbiamo anche fatto una foto con la polaroid che è stata regalata a Said.

P.S

Dopo questa giornata ne sono seguite tante altre. A Meknes non siamo andate, ma siamo diventate molto amiche. Abbiamo cucinato, innumerevoli volte insieme, biscotti e non solo. Mi ha insegnato tante ricette della cucina berbera e marocchina. Sono andata a dormire con lei, ci siamo fatte compagnia, ci siamo abbracciate e aiutate innumerevoli volte. Ci siamo confrontate e raccontate cose molto intime, in una lingua tutta nostra. Mi ha raccontato i lati più nascosti della cultura berbera femminile, mi ha fatto conoscere le sue amiche e la sua famiglia, vabbè in poche parole siamo diventate amiche, la mia vera prima amica a Merzouga.

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