Alla scoperta di una famiglia nomade
Nei dintorni di Merzouga e non solo in questa zona ci sono ancora diverse famiglie nomadi.
Dovete sapere, infatti, che tutte le famiglie di Merzouga sono ex nomadi e i ragazzi con cui abito sono tutti nati dentro una tenda in mezzo al deserto. Alcuni fratelli maggiori o i genitori dei ragazzi sono tuttora nomadi e sono sparsi in diverse zone del Sahara.
Merzouga è un villaggio di recente costruzione. Infatti la vita nomade è diventata sempre più difficile a causa della diminuzione delle piogge. Prima vivevano tutti di pastorizia, poi non riuscivano più ad allevare il bestiame che era diventato sempre più sofferente e cosi, piano piano, si sono stanziati, ed è nata Merzouga.
Spesso chiedo ai ragazzi di raccontarmi la vita di quando erano piccoli e nomadi, ma se da una parte ne vanno fieri e orgogliosi, dall’altra riconoscono quanto sia stata dura e hanno un po’ rimosso il passato e i ricordi.
Adesso molte delle famiglie nomadi in zona cercano di collocarsi non troppo lontano da un pozzo in modo da avere un accesso più facile all’acqua, ma non sempre è possibile. Inoltre si spostano con meno frequenza, rimangono nello stesso posto anche per diversi anni.
I loro accampamenti sono fatti da diverse tende più o meno grandi, in una c’è sempre il forno per cuocere il pane, una con la cucina, una o più di una dove dormono loro, o noi, o chiunque vada; una che fa tipo da salotto e spesso c’è un telaio usato per cucire e poi una per gli animali. In genere durante il giorno gli uomini non ci sono mai, sono a far pascolare i dromedari, le pecore, le capre e possono rimanere fuori anche per diversi giorni. Le galline e i piccolini come agnellini o capretti rimangono invece nell’accampamento.
Quando vado a trovare qualche famiglia provo emozioni contrastanti, da una parte sono contagiata dalla gioia dei più piccoli di quando ci vedono arrivare e la gratitudine negli occhi delle madri; dall’altra è inutile nasconderlo, la durezza e la povertà di questa vita la vedi dritta in faccia. Le donne sono molto timide e riservate, ma se saprete leggere i loro occhi vi sapranno dire più di mille parole. I bambini sono pura energia, sono ingegno, intelligenza e collaborazione.
Pur non avendo acqua corrente e spesso poco cibo vi verrà sempre offerto un tè e dei biscotti o della frutta secca. In cambio cosa si può fare? Noi intratteniamo i bambini giocando con loro e portandogli qualcosa che può piacergli e quando andiamo via lasciamo alla mamma quel che si può.
L’ultima volta ho promesso ad Aicha, Alì e Ibrahim di portargli una palla, l’ho già comprata al mercato, Said andrà a portargliela appena può.
Quando venite, se volete, potete portare vestiti per i bambini o qualche semplice gioco, saranno felicissimi.
 
			 
		 
	 
					

 
					 
					 
                                