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Enjoy Sahara

il mio Ramadan durante la pandemia

Quando nel 2021 è cominciato il ramadan mi trovavo a Merzouga, i confini  erano chiusi e il caldo cominciava ad affacciarsi. 

Mi sono trovata a chiedermi e ora? Come mi comporto? Qual’è il modo giusto per non risultare in nessun modo offensiva o maleducata?

Facciamo un premessa, che cos’è il Ramadan? 

È il mese sacro per le persone di religione musulmana, si svolge nel nono mese dell’anno del calendario lunare, non gregoriano, perciò ogni anno comincia in un mese diverso, circa un mese prima dell’anno prima. È il mese sacro del digiuno, dedicato alla preghiera, alla meditazione, all’autodisciplina. Il digiuno è d’obbligo per tutti, uomini e donne, va dalle prime luci dell’alba fino al tramonto, non si può mangiare, bere, fumare e praticare sesso in quelle ore. 

Dal fare il digiuno sono esentati i bambini fino a quando sono minorenni, ma, spesso, sono loro che chiedono di farlo e quindi cominciano da più piccoli, facendolo inizialmente solo per qualche giorno o qualche ora. Poi, sono esentati dal farlo le persone molto anziane o malate e anche le donne in gravidanza o che allattano. Inoltre le donne durante il ciclo mestruale non lo fanno e possono recuperare quei giorni persi facendo giorni in più. 

Seconda premessa, non sono religiosa, non sono né cattolica, né musulmana al momento, ma ho una mia fede e una mia coscienza e credo che le religioni, se capite e analizzate possano portare degli ottimi insegnamenti. 

Non sapevo se sarebbe potuto risultare offensivo se avessi fatto il Ramadan non essendo musulmana. Questo dipende molto dalla comunità in cui ci troviamo credo e io ho trovato una mano tesa verso di me e non un muro.

Quindi….. è cominciata questa mia avventura in terra merzughiana. 

É cominciata subito con un grande sbaglio da parte mia, perché l’ultima notte di non digiuno,  dopo la cena, sono andata a letto senza mangiare, perché ovviamente non avevo fame e l’idea di mangiare alle 3 di notte latte e datteri mi faceva venire la nausea solo al pensiero. Arrivate le quattro del pomeriggio seguente abbiamo cominciato a preparare le cose che avremmo poi mangiato nel primo pasto. È stato stranissimo cucinare e non poter sbocconcellare nulla e poi sentire tutti i profumini. Ho cominciato ad avere un forte mal di testa e gli orecchi mi fischiavano e nausea, quindi Said e Hassan mi hanno preparato una insalata di frutta e verdura e mi hanno detto di mangiarla. Io con le ultime forze sono andata di corsa dietro le tende e mi sono letteralmente trangugiata tutto, era la cosa più buona che avessi mai mangiato. Ho trangugiato tutto anche per un altro motivo però, mi dispiaceva se mi avesse visto qualcuno e mangiare lì nascosta mi faceva sentire come se fossi bugiarda. 

Ecco il primo giorno non è andato proprio benissimo, ma lì ho deciso che avrei seguito passo passo i ragazzi, avrei mangiato tutto quello che mi consigliavano, alle ore a cui mangiavano loro. 

Così è arrivato il secondo giorno, alle 16 abbiamo cominciato a preparare la zuppa, le uova sode, il pane fritto con le verdure tritate e poi apparecchiato. Per rompere il digiuno si mangia sempre un dattero con del latte o dello yogurt. Quando al tramonto chiama il muezzin dalla moschea si può mangiare. Quel secondo giorno, primo per me, è stato incredibile. 

Quel primo morso, quel sorso, la chiamata, racchiude una potenza fortissima, mi sono sentita profondamente grata e riconoscente, non mi sono ingozzata, ho assaporato, ho masticato con calma, ho ringraziato. 

Ringraziato , per avere del cibo in tavola e dopo aver provato la fame non puoi che essere grato, ringraziato la vita per avermi portato lì, ringraziato il destino per avermi dato la possibilità di condividere quel momento con ognuno di loro. 

I giorni sono andati avanti, la notte si è trasformata in giorno e il giorno in notte. Abbiamo passato momenti di aggregazione belli e spensierati, abbiamo giocato a carte sul tappeto, visto stelle cadenti, ho ascoltato la dolce melodia della preghiera e osservato la preghiera di chi la praticava.

Abbiamo assistito per diverse notti a un fenomeno, lì per lì, inspiegabile: il passaggio lento di una carovana di stelle nel cielo.  Poi dopo abbiamo scoperto essere dei satelliti. 

Ho visto le albe più belle della mia vita, albe talmente belle da togliermi il sonno, ho meditato. Ho vissuto!

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